NARRAZIONE CREATIVA E DISAGIO SCOLASTICO
Oliviero Rossi*
“INformazione Psicologia Psicoterapia Psichiatria”, n° 4 maggio – agosto 2000, pagg. 78-91, Roma”
Definire il disagio
Mancini e Gabrielli (1998) lo definiscono come “uno stato emotivo, non correlato significativamente a disturbi di tipo psicopatologico, linguistici o di ritardo cognitivo, che si manifesta attraverso un insieme di comportamenti disfunzionali (scarsa partecipazione, disattenzione, comportamenti prevalenti di rifiuto e di disturbo, cattivo rapporto con i compagni, ma anche assoluta carenza di spirito critico), che non permettono al soggetto di vivere adeguatamente le attività di classe e di apprendere con successo, utilizzando il massimo delle proprie capacità cognitive, affettive e relazionali.” 1
Il disagio scolastico, avvertito dallo studente, è sempre il risultato dell’interazione di più fattori sia individuali che ambientali che combinandosi tra loro determinano una grande varietà di situazioni problematiche che lo espongono al rischio di insuccesso e di disaffezione alla scuola.
A partire da queste considerazioni analizziamo i fattori interagenti che contribuiscono a determinare il disagio scolastico che sono essenzialmente: le caratteristiche dell’alunno (cognitive, affettive, comportamentali, sociali e culturali) e le caratteristiche dell’ambiente scolastico (didattiche, organizzative, socio-relazionali ecc…).
Le cause del fenomeno
La nostra definizione focalizza l’attenzione su un punto nodale: il disagio è sempre il risultato dell’interazione tra variabili relative al soggetto (l’alunno) e variabili relative al contesto in cui il soggetto è inserito (la scuola).
Le principali variabili di tipo individuale sono
Scarsa efficacia del metodo di studio
Basso grado di sintonia con la cultura scolastica che si traduce in mancanza di motivazione al successo scolastico
Difficoltà di socializzazione che, causando relazioni difficili con compagni e con docenti, espongono facilmente all’insuccesso.
Condizionamento del gruppo dei pari, portatore di una sottocultura non orientata alla riuscita scolastica, soprattutto in ambienti socio-culturali bassi.
Incapacità di esprimere i propri bisogni e quindi di indirizzare l’insegnante alla soddisfazione delle proprie richieste.
Carenze emotivo-affettive: il processo di apprendimento ha perso ogni contatto con gli elementi emotivi, affettivi e relazionali indispensabili in una relazione educativa.
Le variabili strutturali riguardano invece sia la struttura fisica della scuola (edifici degradati, mancanza di aule, laboratori e sussidi didattici, spazi verdi ecc.) sia caratteristiche intrinseche dell’istituzione scolastica come
L’atteggiamento degli insegnanti
Il metodo di insegnamento
Le modalità di coinvolgimento della classe nel suo insieme e degli studenti problematici al suo interno.